giovedì 28 dicembre 2017

Una mostra privata

La mostra Fiori privati si è tenuta a Firenze dal 14 ottobre al 24 novembre presso la Fondazione Sensus, luoghi per l'Arte Contemporanea. 

Esposte ventitrè opere di Andrea Papi, di formato quadrato, sul tema dei fiori. 
Durante la mostra è stato possibile vedere sia il lato recto che il verso dei quadri. Una riflessione sul tema di ciò che è mostrato o nascosto, sull'immagine naturale e sulla costruzione geometrica. 
Claudio Cosma, curatore della mostra, ha ricreato un giardino d'inverno all'interno dello spazio espositivo.

I quadri in mostra sono stati dipinti nel periodo dal 2007 al 2017.
Per una visita virtuale vedi la selezione foto della mostra.


Andrea Papi, Fiori privati, A3. I - II /2014.


I giaggioli sono raffigurati nei quadri della foto sopra, vedi: I fiori del giardino.

Per l'approfondimento su un altro quadro esposto: Una pianta di rose.


Andrea Papi,  Fiori privati, A3. I - II /2017 (recto)



Nelle foto, sopra e sotto, gli stessi quadri (Clivia, numero A3. I - II /2017), con l'immagine dei fiori nel lato recto, mentre nel verso l'immagine è una costruzione geometrica. 
Vedi: Clivia e ciclamini.  



Andrea Papi,  Fiori privati, A3. I - II /2017 (verso)


Durante la mostra era presente un Album diario ( n° XVII ) con disegni e acquerelli eseguiti da Andrea Papi negli anni 2008-2011.


Fiori privati, visione di Album diario

Sulla mostra Gianni Pozzi ha scritto un interessante articolo I fiori privati di Papi  pubblicato su Cultura Commestibile n. 237.

Per i quadri che l'artista ha dipinto con lo stesso soggetto e nell'arco temporale della mostra vedi anche: Fiori 2007   e  Fiori 2008-2017

Un ultimo particolare: nel 2008 Andrea Papi realizzò la mostra Flowers  ispirandosi all'omonimo significativo spettacolo teatrale degli anni '70.


Claudio Cosma, direttore di Sensus e curatore della mostra (a sinistra) e 
Gualtiero Lombardini, presidente della Fondazione Sensus (a destra).

domenica 23 luglio 2017

Da una pianta di rose

Articolo dedicato al dipinto, Rose, ultimo in ordine di tempo, che ho recentemete terminato.

Andrea Papi, Rose, A3. III – 2017

Per un approfondimento sul quadro in proposito consiglio di guardare l'album: Una pianta di rose

Molti dei miei quadri hanno per tema i fiori. Uno dei primi dipinti con questo soggetto è risalente alla seconda metà del 1990, dopo il termine del periodo di esecuzione delle opere che compongono il progetto Studi sul maschile 1979 - 1990. 

 
Andrea Papi, Rose, A2. I - 1990  (recto).

I due quadri precedenti:  A3. III del 2017 e A2. I del 1990, hanno come soggetto piante di rose ricevute in dono.


Nel mio lavoro un momento di passaggio è segnato dal quadro seguente a sinistra, che del progetto Studi sul maschile 1979 - 1990 è l'ultima tela realizzata. Nell'inventario è la numero 3.444 del 1990, descritta nel seguente modo: di profilo, nudo, in piedi. Autoritratto.
Avevo da poco realizzato Due grandi tele 
Nel quadro a destra, Natura morta: frutta, castagne e figura. A1. II - 1990, è presente la stessa  figura - autoritratto del quadro a sinistra, ma posta sullo stesso piano dei frutti. 
Il quadro, eseguito nello stesso anno, è successivo al precedente e non fa più parte del progetto Studi sul maschile.


 

A sinistra: Andrea Papi, Studi sul maschile 1979 - 1990, opera n. 3.444 - 1990
A destra: Andrea Papi, Natura morta, A1. II - 1990 



Negli eventi di presentazione pubblica del progetto Studi sul maschile, avvenuti nell'appartamento-studio dal 1991 al 1993, i quadri di formato quadrato con soggetto fiori, erano presenti in un ambiente diverso, il salotto, separati dalle altre opere componenti il progetto.


Andrea Papi, Studi sul maschile 1979 - 1990
Terzo evento, 1993
Palazzo Caccini, Firenze


In quel periodo ho iniziato una riflessione sui lati che compongono un quadro, su cui un'immagine può essere dipinta. Sul recto (il fronte del quadro, normalmente utilizzato) ma anche sul verso, il lato che non si vede (retro), di solito non considerato importante. 
Sull'argomento vedi: Il lato nascosto.
Sui soggetti di quegli anni vedi: Still life 1990 - 1992.

martedì 9 maggio 2017

Montagna

La montagna a cui fa riferimento il titolo è quella che vedo dalla piccola finestra dello studio. 
In realtà è visibile solo in inverno, quando non ci sono foglie sugli alberi, in estate invece è quasi coperta dalla vegetazione.




Primavera 2017


Inverno 2014


Andrea Papi, Montagna, 11 aprile 2017
inchiostro di china su carta, cm. 24,5 x 33,5, anno 2017


Andrea Papi, Montagna, 24 aprile 2017
grafite su carta, cm. 25 x 36,5, anno 2017

Nel link seguente sono visibili alcuni disegni e acquerelli con la data di quando sono stati realizzati, una sorta di diario:  Montagna, 2016 - 2017


Andrea Papi, Montagna, 30 dicembre 2016
acquerello e grafite su carta, cm. 24,5 x 33,5, anno 2016

L'immagine successiva mostra un acrilico su tela del 2001, l'unico che ho realizzato con tale soggetto.

Andrea Papi, Montagna C1. I - 2001
acrilico su tela, cm. 40 x 50, anno 2001

Gli acquerelli risalgono a prima del taglio di un albero di douglasia nell'autunno scorso, che incombeva sul tetto dello studio e copriva la vista di parte della montagna.


Andrea Papi, Montagna, 26 novembre 2010,
grafite e acquerello su carta, cm.24 x 33, anno 2010


Andrea Papi, Montagna, 10 maggio 2006,
grafite e acquerello su carta, cm 29 x 42, anno 2006


mercoledì 5 aprile 2017

Piero

In occasione dell'anniversario della nascita di Piero Santi pubblico il testo Di Piero, scritto da Mario Luzi nel 1989. L'avevo chiesto a Luzi per inserirlo, insieme a testimonianze di altri letterati, nel volume Intorno al cuore di Piero Santi, da me curato, uscito nella collana Quaderni di critica omosessuale (Il Cassero, Bologna 1989). Su richiesta di Luzi stesso, a causa della connotazione della collana, decisi poi di non inserire il testo. Si tratta di uno scritto molto vero che merita di essere riletto.


Mario Luzi, Piero Santi. Foto di Liberto Perugi


Di Piero

     Pensando a Piero Santi mi viene in mente quanto per la nostra generazione, forse perchè compressa e offesa dalla vita pubblica, è stata importante l'amicizia: e quanto Piero ne ha impersonato e cantato le estreme ragioni. Un modo di vivere, di sentire e di conoscere essenziale, non complementare a niente altro riguardo al valore: esigente dunque, ricco di rivelazioni umane, di felicità vitali e intellettive, ma anche di dramma: questo, e molto altro che lui solo potrebbe riassumere dopo averlo lucidamente e coraggiosamente detto in tanti suoi libri, è stata ed è l'amicizia per Piero Santi. La porta e la chiave, la musa e la regola.
     Tuttavia l'immagine prima che ne conservo è piuttosto quella del maestro peripatetico: lui giovane seguito da un codazzo di più giovani amici che erano anche discepoli. E conservo questa immagine, credo, non per casuale evocazione, ma perchè essa è allo stesso tempo un emblema. Il dono e l'offerta dell'amicizia non l'avrebbero mai esentato dal compito e dalla vocazione di mente egemone. Da qui, direi, la complessità della sua esistenza ma anche la sua accesa foltezza di scrittore.
     Di tutto questo parlerei con più cognizione e forse con più verità se fossi stato anche io, come lo furono altri amici poi divenuti importanti, al suo seguito nelle deambulazioni e nelle assise dove si esercitava la sua amicale maieutica. E questa parola socratica gli si addice solo fino ad un certo punto: per la pratica della sua comunanza di vita, forse, non certo per il metodo razionale, essendo lui piuttosto impetuoso nelle sue affezioni come nelle sue idiosincrasie.
     L'ho conosciuto assai presto ma non così presto da partecipare alle adunanze o alle scampagnate del suo mutevole gruppo. Mi colpì subito la sua intelligenza acuta e allo stesso tempo passionale, veemente. Essa ha spesso prodotto per eccesso una certa dismisura tra la sua carica egoica e l'oggetto del conoscere; così come la sua furente (e insofferente) affettività l'ha creata riguardo all'oggetto del suo sentire.
     Queste dismisure Santi le ha, per così dire, cavalcate. La sua scrittura ne ha derivato talora vigore e pathos, talora una dirotta sovrabbondanza elocutoria, mai però banale. Ma sono impressioni tutte da verificare, di fatto si impone la sua sorte di uomo libero, non integrabile se non nel regime, appunto, dell'amicizia; che è sicuro in certi aspetti, in altri morbido, fallace e avventuroso. E' una sorte scelta e subita senza veri compromessi: neppure lo scrittore si è accontentato del piccolo "capo d'opera", ha sfrenato piuttosto le sue forti facoltà in una caccia implacata come irraggiungibile è la preda.
     Forse Santi non si sente in crdito, i parametri per lui non contano. Ma noi oltre che amici siamo pure distrattamente testimoni: e per questo vorremmo gli fosse resa almeno un po' di giustizia.
Mario Luzi
      



A destra: Andrea Papi, Ritratto di Piero Santi, di uno sconosciuto e autoritratto.

Intorno al cuore di Piero Santi, a cura di  Andrea Papi, Quaderni di critica omosessuale, Centro di documentazione Il Cassero, Bologna 1989.
Testi di Franco Fortini, Rita Guerricchio, Attilio Lolini, Stefano Casi, Sergio L. Miranda, Sandro Sardella, Giuseppe Grattacaso, Bernard Comment. Con un testo inedito di Piero Santi, Calispera.  

Nel 2012 Piero Santi è stato ricordato dal Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. Presso l'Archivio Contemporaneo, è presente il Fondo Piero Santi .

Conferenza in ricordo di Piero Santi, Sala Ferri Gabinetto Vieusseux, Firenze, 2012


Del 2013 è la tesi di laurea di Antonio Tarantino: "La nostra poesia ha radici nere". Piero Santi, un'inquieta vitalità, Università degli studi di Padova.